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Roberto Caielli 

Sluagh-ghairm. Canto corale delle Highlands

 ottobre 2009

 isbn 978-88-89484-46-3

Ho pubblicato “Sluagh-ghairm, canto corale delle Highlands” nel 2009 insieme a Diego Dejaco, che ne fece un oggetto prezioso, trattando la poesia con una sorta di grazia editoriale. Il testo, stampato con la traduzione americana del grande poeta Jack Hirschman e una postfazione della meravigliosa amica Caterina Emili, vibrava allora, per me, autore, di tensioni e accordi che mi apparivano molto potenti. Avevo messo a mollo i piedi, oltre che nella torba e nei Loch del nord selvaggio della Scozia, in Leopardi, Empedocle, Canetti, Feynman e nei volumi scozzesi di storia locale dedicati ai “clearences”, gli sgomberi forzati che a fine ottocento hanno sostituito le persone con le pecore. L’operazione editoriale non aveva alcun senso economico o “politico”, ma era un puro atto di senso, un approccio “sedizioso” all’evento poetico e al suo farsi strada nel mondo. A prendere tutto in mano oggi, trovo che sia il testo che il libro siano bellissimi, come tutto ciò che una volta caduto lascia tracce risonanti nei cuori accoglienti. 

L’operazione era avanguardista e anticonformista. Quando ho scoperto che del libro me ne rimanevano solo due copie, e a Diego altrettante, due, questo piccolo mucchio di carta rilegata è diventato ancora più prezioso. I lettori da due sono diventati tre e poi quattro, e in ciascuno di loro il “rametto carnoso come un diapason” spero abbia vibrato come ogni singolo caloroso abbraccio. 

Per scrivere e leggere poesie bisogna infilarsi un paio di stivali e camminare controcorrente dentro l’acqua di un fiume. Nel suo fango. Non ci sono alternative. La poesia non si medita, si risale. Coi piedi. O ci si fa carne gli uni negli altri o non ci si fa nulla. La luce si posa non su una metafisica, ma sulla mia dedizione alla natura selvaggia, sulla mia difesa ad oltranza del paesaggio fluviale, sul mio tentativo di accogliere l’amore e la bellezza. Di queste cose parlava questa poesia corale. Di una rivolta epica della natura contro il progresso, e della poesia contro la prosa. E l’editore che l’ha pubblicata non poteva che chiamarsi “Sedizioni”. (“…rivolta, sommossa, sollevamento contro l’ordine costituito”). 

Roberto Caielli

15 febbraio 2022